Pubblicato il numero #04

Pubblicato il quarto numero della rivista Giovani e Comunità Locali.
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Il quarto numero della rivista si apre con il fatto storico più rilevante del 2020: la pandemia da Covid-19. L’intervista curata da Stefano Zanoni affronta il tema dell’impatto del coronavirus sulle comunità locali, sui sistemi educativi, sul futuro delle nuove generazioni. Per farlo abbiamo coinvolto tre figure di assoluto rilievo – amici e collaboratori della rivista “Giovani e comunità locali” – che hanno approfondito l’argomento da molteplici prospettive. Il professore Arduino Salatin, l’antropologo Annibale Salsa e l’animatore sociale Franco Floris hanno dato vita ad un ampio e ricco dibattito in cui hanno discusso degli scenari pre e post-covid, cercando di cogliere gli elementi di rottura introdotti dalla pandemia e la sua ambivalenza fra dramma e opportunità per i giovani e le comunità locali.

Viene quindi proposta la prima analisi di come le politiche giovanili vengono disciplinate a livello normativo, regolamentativo e attuativo nelle regioni o nelle provincie autonome italiane. Si è scelto di iniziare descrivendo il modello che la redazione meglio conosce, quello della Provincia autonoma di Trento. La prima legge giovani trentina risale al 2007, di un anno posteriore alla (più) nota legge trentina sulla scuola, che le fece da apripista.

L’articolo nella sua prima parte cerca di ricostruire la genesi della legge giovani e di individuare le circostanze favorevoli che ne consentirono la promulgazione. Può essere significativo anticipare che la stessa si inserì in un progetto più ampio di rivisitazione delle politiche educative, formative e culturali avviate fin dal 2003 dalla Giunta Provinciale guidata da Lorenzo Dellai, basata su 3 pilastri fondamentali: la riforma delle attività culturali; la riforma dei processi educativi e formativi dalla scuola dell’infanzia fino alle scuole professionali e superiori; e, appunto, l’introduzione di una legge sulle politiche giovanili  basata sui valori  di riferimento delle altre due riforme.  L’obiettivo fondamentale sottostante alla L.P. 5/2006 sulla scuola e alla L.P. 5/2007 era di attivare una cultura di attenzione della comunità verso le nuove generazioni, in maniera trasversale dagli aspetti educativi formativi a quelli culturali, economici e sociali,  in modo da offrire ad ogni giovane, secondo criteri di uguaglianza e di pari opportunità, di vivere con serenità il passaggio dalla famiglia e dal mondo scolastico e formativo verso un’autonomia positiva di inserimento nella comunità prescelta e in uno spazio professionale coerente con i propri sogni, le proprie conoscenze e competenze. La legge giovani – si leggerà – passò in Consiglio Provinciale incontrando nessun particolare ostacolo, forte dell’autorevolezza che l’Assessorato aveva acquisito sul tema scuola, assai più comprensibile e codificato, e – probabilmente – “con beneficio d’inventario”, ovvero nell’attesa che la politica e la società arrivassero a comprendere cosa sono e perchè realmente servono le politiche giovanili.

La seconda parte dell’articolo illustra l’Atto di Indirizzo e i Criteri di Attuazione che basano il sistema integrato delle politiche giovanili su due strumenti principali (più un terzo, anche se meno enfatizzato): (1) i piani giovani di zona e di ambito (intesi sia come coordinamento di soggetti istituzionali e associativi sia come bandi per il finanziamento di progettualità), (2) le progettualità provinciali e sovraprovinciali, (3) gli spazi, ovvero i centri giovani e lo sportello giovani trentino.

La terza parte passa in rassegna tutte le altre misure in favore dei giovani attuate dalla Provincia autonoma di Trento sui temi della mobilità internazionale, della casa, della formazione e del lavoro, degli stili di vita sani, degli interventi economici e delle agevolazioni tariffarie.

Il numero dà quindi spazio alle esperienze: la prima è il racconto della nascita e dello sviluppo del Festival CombinAzioni e dell’omonima associazione giovanile, attiva nell’ambito educativo, attraverso progetti di orientamento universitario e post-diploma per studenti di scuole superiori, e in quello culturale, tramite l’organizzazione di eventi, occasioni pubbliche di riflessione e altre progettualità specifiche. Montebelluna, teatro di questo racconto, è una cittadina del nord est di poco più di 30.000 abitanti. Noto distretto della calzatura sportiva e dello sportsystem in provincia di Treviso vede negli ultimi cinque anni la propria vita culturale rilanciata e arricchita dall’impegno di un gruppo di giovani tra i 20 e i 30 anni. Considerato che in quella fascia d’età chi prosegue negli studi deve necessariamente uscire da Montebelluna per dirigersi nella maggior parte dei casi in Atenei fuori provincia, com’è possibile che alcuni giovani neodiplomati si immergano in un percorso così impegnativo volto alla crescita della comunità locale? Qual è la struttura organizzativa alla base del Festival? Quale equilibrio tra la dimensione del volontariato e quella della necessaria professionalizzazione del gruppo responsabile?

La seconda esperienza ci porta in Calabria, nello specifico a Crotone. Siamo al termine del 2006 e Loris Rossetto – ottenuto il trasferimento – è da poco tornato a casa dopo tanti anni passati in Germania a studiare tedesco e in Trentino ad insegnarlo. Dal desiderio di portare a Crotone le idee e gli stimoli visti altrove nasce l’Associazione Amici del Tedesco, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza delle lingue straniere, anche come mezzo per avviare scambi culturali in particolare con i paesi di lingua tedesca. Infatti, accanto alla cultura ed allo stimolo verso la conoscenza, occorre lanciare segni di speranza operativa, tangibile, con comportamenti che smentiscano i negativi cronici.  Negli anni viene costituita la Cooperativa One, step necessario per sostenere le attività realizzate, via via sempre più importanti anche da un punto di vista economico, come l’apertura della “Casa di Chiara”. Oggi i due enti – l’associazione e la cooperativa – rappresentano un piccolo sistema di speranza in una zona difficile orientato allo sviluppo di comunità, all’animazione delle nuove generazioni, all’apertura verso l’Italia e l’Europa, generando occasioni di reddito e di crescita professionale.

Viene quindi presentata una sintesi delle evidenze dei Rapporti 2020 di Almalaurea sul profilo e le condizioni occupazionali dei laureati. La conoscenza dei contenuti di questi documenti appare decisiva per tutti coloro che a diverso titolo si interessano al mondo giovanile sia sul versante delle istituzioni che su quello della società civile. La sintesi è quindi un invito a leggere i papers, vera miniera di informazioni documentate e di spunti per una riflessione seria circa la condizione, le attese, i sogni delle generazioni che hanno concluso gli studi universitari nel corso dell’ultimo quinquennio

La recensione curata da Stefano Zanoni del libro Ci pensiamo noi. Dieci proposte per far spazio ai giovani in Italia dell’associazione Tortuga intende valorizzare il lavoro svolto dai giovani di Tortuga, un gruppo di pensiero vivace e dinamico composto da giovani studenti, ricercatori e professionisti del mondo dell’economia e delle scienze sociali che da anni svolge attività di ricerca su temi economici e politici. Il libro fornisce un contributo importante alla discussione pubblica sul problema giovanile, un contributo ricco di proposte costruttive fondate su dettagliate analisi delle politiche pubbliche. Una pubblicazione incoraggiante che merita di essere letta per la sua chiarezza e analiticità e che dimostra la volontà delle giovani generazioni di essere protagoniste nella costruzione del proprio futuro.

Infine, come già avvenuto per la miscellanea 2019 (#01 agosto) Amanda Milan ci segnala ulteriori due importanti riviste internazionali, nello specifico l’americana New directions for youth development e l’internazionale Journal of Youth Studies.

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