di Alberto Zanutto
In questo periodo molte manifestazioni sono destinate a celebrare il giorno della memoria che ci permette di riconnetterci con quella terribile esperienza della shoah. Allo stesso tempo le cronache riportano eventi che rispondono alla spinta revisionista che non appare affatto esaurita. Questo contrasto può aiutare a fare luce su un processo molto spesso affrontato con categorie filosofiche e in fondo descritto anche da molte ricerche sociologiche che riguardano i giovani. Come possiamo aiutare i giovani a diventare se stessi? E come possiamo prendere coscienza di questo processo che ha bisogno di un lavoro incessante sull’individualizzazione delle persone e allo stesso tempo sull’elaborazione di progetti di crescita che permettano a queste individualizzazioni di diventare soggettività, cioè spazio per una coscienza di se dialettica, e quindi trovare una destinazione in questo tempo e in questo spazio che determina il presente. Ma anche questa non può essere l’unica meta. Serve poi una competenza di contro-soggettivizzazione, cioè di riduzione della propria unicità, per includere “gli altri” e “il contesto” che consentono di procedere con un “proprio” progetto di vita. Partendo da una serie di spunti di riflessione si proverà a suggerire un percorso che possa aprire ad ulteriori approfondimenti.
*Il presente articolo è stato scritto tra gennaio e febbraio 2020.
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Alberto Zanutto è ricercatore presso il dipartimento di economia e management dell’Università degli studi di Trento dove si occupa di ricerca nell’ambito delle transizioni digitali del sistema sanitario. Insegna sociologia dell’organizzazione al corso di laurea per infermieri e fisioterapisti presso l’Università di Verona e sociologia generale presso l’Istituto teologico associato di Trento. Per molti anni è stato direttore e presidente della Scuola di preparazione sociale di Trento. In passato ha insegnato presso le università dell’Aquila, di Siena, di Brescia e di Trento.
Da sempre interessato al mondo giovanile e alle sue caratterizzazioni culturali e aggregative, ha sviluppato queste passioni attraverso vari impegni di ricerca e formazione ma anche attraverso una presenza attiva nel mondo del volontariato e in varie esperienze progettuali che gli hanno permesso di affinare lo sguardo includendo nelle sue analisi il punto di vista dei giovani attraverso le categorie della sociologia critica.
In passato si è occupato di orientamento scolastico, di formazione di formatori e di insegnanti. Molta parte dell’impegno didattico si è sviluppato nell’ambito del settore dei servizi sociali, in particolare per quanto riguarda i processi di inclusione e di autonomizzazione sociale.
Ha affrontato le tematiche che riguardano il mondo giovanile partecipando a diversi lavori di ricerca e editoriali. In particolare, è stato tra gli autori dell’ultimo Rapporto IARD 2006 e di una serie di lavori di ricerca sul contesto trentino collaborando con Iprase e partecipando all’avvio dei Piani giovani di zona della Provincia autonoma di Trento.
I suoi attuali interessi di ricerca riguardano la promozione del ruolo dei giovani nell’attivazione delle risorse locali attraverso l’impegno sociopolitico e la sensibilizzazione ai temi del genere. Ha promosso e supervisionato l’Osservatorio per i bisogni dei giovani in Valle dei Laghi e vari percorsi formativi e progettuali.
Continua a confrontarsi con i giovani nelle attività di docenza e nella progettazione e nella promozione di iniziative di cittadinanza responsabile.
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