Il 27 aprile 2022 potrebbe segnare una svolta cruciale sulla strada di un servizio civile davvero universale.
Alla Camera dei Deputati è stata infatti votata all’unanimità – con il parere favorevole del Governo espresso dal ministro Fabiana Dadone – una mozione di maggioranza (a firma Maria Chiara Gadda di Italia Viva, Vittoria Baldino del Movimento 5 Stelle, Francesca Bonomo del Pd, Luca Toccalini della Lega Nord e Federico Fornaro di Leu) che impegna il Governo «ad adottare iniziative per prevedere sin dal prossimo disegno di legge di bilancio lo stanziamento di risorse strutturali per il Fondo nazionale per il servizio civile universale tali da assicurare l’accesso al servizio di tutti i volontari richiedenti».
Se Governo e Parlamento terranno fede agli impegni presi, questo fatto può dunque costituire uno storico cambio di passo: tutti i giovani che lo desiderano potranno fare un’esperienza di servizio civile. L’impegno assunto dal ministro Dadone dovrà ora trovare risposta nella prossima legge di Bilancio. Accanto a ciò, sarà necessaria una semplificazione dei bandi e delle procedure amministrative per consentire agli enti condizioni e tempi adeguati per la programmazione dei progetti sul territorio. È previsto infine un rilancio dei Corpi Civili di Pace.
Per la prima volta viene quindi sancita espressamente l’universalità del servizio civile, ovvero il principio in base al quale non si possa dire no a chi faccia domanda. La riforma del 2017 (D.L. 40) aveva infatti introdotto la dicitura «universale» senza però un vincolo che rendesse concreto quel diritto.
I sottoscrittori della mozione hanno sottolineato come, oltre ad accogliere tutte le domande dei giovani, sia ora necessario moltiplicare le opportunità di comunicazione affinché tutti i giovani fra i 18 e i 28 anni vengano a conoscenza della possibilità di svolgere il servizio civile, con l’obiettivo di coinvolgere 500mila giovani l’anno. Hanno inoltre ribadito l’importanza della Consulta nazionale del servizio civile «che non è un fastidioso orpello, ma uno strumento per realizzare anche in questo campo la piena collaborazione con gli enti attuatori».
«La mozione ha raggiunto il suo duplice obiettivo – ha detto Maria Chiara Gadda. Scongiurare una riforma del servizio civile non condivisa dal Parlamento e dagli enti, che avrebbe portato incertezza al sistema, e l’impegno a reperire risorse per rendere questa opportunità davvero universale per tutti i ragazzi che ne fanno domanda. Non bisogna snaturare l’impianto e le finalità di una riforma che ha fatto scuola in Europa anche perché nata in coerenza con il modello organizzativo e culturale della riforma del Terzo Settore. Servono semmai modifiche chirurgiche da condividere con gli enti e la Consulta nazionale in modo preventivo e non ex post come purtroppo è talvolta avvenuto, nell’ottica di una pubblica amministrazione più efficiente e reattiva».
In sintesi questi gli impegni assunti da Parlamento e Governo:
1) adottare iniziative per prevedere sin dal prossimo disegno di legge di bilancio lo stanziamento di risorse strutturali per il Fondo nazionale per il servizio civile universale tali da assicurare l’accesso al servizio di tutti i volontari richiedenti;
2) adottare iniziative per garantire la partecipazione di tutti i giovani, agevolando in particolare quelli con minori opportunità, nonché quanti abbandonano il percorso scolastico e non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro, affinché il servizio civile diventi una leva di inclusione sociale effettiva;
3) adottare iniziative finalizzate alla razionalizzazione e alla semplificazione dei bandi per i progetti degli enti e dei procedimenti amministrativi del sistema di servizio civile;
4) assicurare un’efficace attuazione della riforma introdotta dal decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40;
5) adottare iniziative per definire lo status giuridico dell’operatore volontario durante il servizio civile all’estero;
6) adottare iniziative per valorizzare percorsi di pace attraverso la sperimentazione prevista per i Corpi civili di pace;
7) intensificare la mobilità dei giovani operatori volontari e a rafforzare le opportunità di svolgimento del servizio civile nei Paesi esteri;
8) favorire la formazione on line per la formazione degli operatori volontari e del personale degli enti accreditati;
9) adottare le iniziative necessarie ad assicurare il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo settore nella definizione dei programmi e dei progetti del servizio civile universale con gli enti territoriali;
10) rafforzare il ruolo di consultazione, riferimento e confronto svolto dalla Consulta nazionale;
11) adottare iniziative per assicurare il massimo coinvolgimento degli enti del Terzo settore e della Consulta nazionale nella programmazione e organizzazione a livello territoriale dei progetti;
12) adoperarsi nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni – d’intesa con le rappresentanze degli enti del Terzo settore e con la Consulta – per la definizione di un sistema di attestazione e, laddove possibile, di certificazione delle competenze acquisite dai volontari nel corso dell’esperienza del servizio civile ai fini del loro utilizzo nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo, pur confermando la netta distinzione tra le finalità del servizio civile universale e le politiche attive per il lavoro;
13) assicurare la stipula di un protocollo nazionale quadro e successivi accordi bilaterali fra il Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale e le Regioni e le Province autonome;
14) definire una misura di analisi di impatto in merito agli interventi svolti dagli enti del servizio civile universale;
15) adottare iniziative per prevedere l’utilizzo di piattaforme istituzionali digitali al fine di promuovere l’informazione e l’attivazione delle misure a favore dei giovani;
16) assicurare la puntuale attuazione della disposizione che prevede che «Il Presidente del Consiglio dei ministri presenta ogni anno al Parlamento, entro il 30 giugno, una relazione sull’organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile universale».
Fonte: Vita.it
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