Facendo anche riferimento ai risultati del questionario “feedback sul seminario” sembra che il seminario 2019 abbia avuto un andamento e un esito positivo. In estrema sintesi possiamo dire che il format del seminario Giovani e comunità locali sembra essere stato riconosciuto per questi elementi distintivi:
- approccio seminariale che mira a coinvolgere non più di 50-60 persone,
- ambiente familiare e orizzontale, che va al di là dei ruoli e delle appartenenze,
- eterogeneità dei partecipanti non solo geografica ma anche perché provenienti da mondi tutti coinvolti nella questione giovanile ma che raramente si incontrano,
- tematica legata ai giovani attuale e abbastanza nota, ma poco approfondita. Meritevole di uno sviluppo scientifico.
Luogo e data: il luogo è stato vincente anche quest’anno, la data ha indubbiamente sfavorito la partecipazione di un certo numero di persone tuttavia la finestra tra la fine delle vacanze e l’inizio della scuola/università/lavoro è strettissima. A limite bisognerebbe cambiare drasticamente periodo dell’anno, tuttavia non sembra che giugno e luglio siano periodi migliori.
L’atmosfera – lo stile di Casa Terre Comuni, pranzi e cene, aperitivo in malga, Tiziano… – si è rivelata anche quest’anno essere il tratto distintivo del seminario GCL. Il clima familiare e conviviale – al netto delle cose venute più o meno bene – sembra aver trasmesso in chi era presente una carica e un’attivazione che abbiamo potuto riscontrare anche un mese dopo il termine del seminario.
Le relazioni dei keynote: sono state apprezzate. Particolarmente Gino Mazzoli. Molti affermano che avrebbero voluto ci fosse più tempo e modo per il dibattito, sia la prima mattina sia la seconda. Qualcuno ha ipotizzato dibattito in gruppi già in plenaria.
I gruppi di lavoro (in media) sono stati più interattivi rispetto all’anno precedente (al tempo stesso va detto che nel 2018 il fatto che ogni gruppo avesse 3-4 abstract aveva fatto sì che quasi la metà dei presenti fosse già preparata sul tema). Alcuni gruppi sono stati più omogenei e se vogliamo “capaci di sintesi”, mentre altri hanno un po’ scontato la complessità del tema, l’eterogeneità dei partecipanti.
In generale le sessioni tematiche andrebbero ripensate: suddivisione per tema o per categoria di appartenenza dei partecipanti? Conduzione di un esperto o di un facilitatore? Mandato “stretto” o “largo”? L’esperto tiene la relazione introduttiva o quella finale? Tutti sono concorsi nel ritenere che dare la possibilità ai partecipanti di prendere familiarità e riflettere sulle tematiche del seminario prima del suo svolgimento possa incentivare di molto l’interazione e il dialogo orizzontale.
Per il primo giorno si consiglia di rendere più leggero il pranzo, allungare il tempo di lavoro dei gruppi (e farli terminare quel giorno stesso) e dare maggiore importanza all’apericena ed eliminare la cena. Per il secondo giorno si consiglia di eliminare l’ora di lavoro in gruppi e di dare più spazio alla restituzione dei gruppi e al dibattito.
Per quanto riguarda il tema “mobilità sociale” si ritiene che il seminario abbia offerto una buona sensibilizzazione/introduzione al tema. Un buon punto di partenza che i singoli e le realtà presenti potranno riportare nei propri territori e ulteriormente sviluppare. In dicembre 2019 è prevista la pubblicazione degli atti del seminario, inoltre la rivista potrebbe spostarsi lungo la penisola (Italia nord, centro e sud) svolgendo degli incontri per macroregione al fine di stimolare una contestualizzazione delle tematiche del seminario e un rafforzamento delle reti regionali legate alla rivista.
Per quanto riguarda numero e tipologia di partecipanti si registra un generale aumento delle presenze: nel 2018 il numero di persone presenti è stato di circa 40 individui, quest’anno 55 (senza contare bimbi e coniugi). Si sono ritirate all’ultimo momento 12 persone.
Dal punto di vista della tipologia lo spettro si è allargato, ci sono stati più operatori da un lato e più rappresentanti di livello nazionale. La presenza di docenti/ricercatori dell’università è stata costante.
Più precisamente: università (8), organizzazione del terzo settore (18 ), amministratori o funzionari pubblici (8), giovani (4). In più vanno contati gli “autonomi” che è il tipo di partecipante più presente: in tutto 18 di cui 7 professionisti molto esperti.
La provenienza geografica dei partecipanti ci dice che le regioni maggiormente rappresentate sono state Trentino (18), Veneto (9), Lombardia (8) e Campania (8). Qualche partecipante anche da Friuli (4), Piemonte (3), Lazio (1), Emilia Romagna (2), Toscana (1), Calabria (2).
Chi era pochissimo presente/rappresentato sono state:
1) le esperienze giovanili (qualcuno ha detto che avrebbe avuto piacere ci fosse stato uno spazio dedicato per conoscerle, cosa che poi un po’ è avvenuta in modo spontaneo nei momenti informali),
2) il mondo associativo (almeno quello ben strutturato) e delle categorie economiche,
e 3) i giovani.
Relativamente alla presenza dei giovani va precisato che il target di questo seminario sono le persone che in Italia si occupano di giovani o di questioni legate ai giovani. L’età anagrafica di queste persone non è determinante. Al tempo stesso si condivide la necessità di individuare delle modalità di coinvolgimento del mondo giovanile costruendo un format che corra in parallelo al seminario e interagisca in alcuni momenti.
Si propone pertanto di organizzare una summer school/campus rivolto a 30-50 giovani che abbiano responsabilità di vario tipo nei propri contesti che si svolga sempre nelle vicinanze di Tione che inizi qualche giorno prima del seminario e termini insieme al seminario.
Francesco Picello è un libero professionista nel campo delle politiche giovanili e dello sviluppo culturale di comunità. Il suo impegno si suddivide tra livello locale (ideazione, progettazione e gestione di progetti per lo sviluppo delle comunità e l’abilitazione dei giovani quali il Piano Giovani Busa di Tione e il Progetto Tenno 4.0), livello provinciale (consulenze, formazioni e ricerche quali “La saturazione dei servizi in favore dei giovani”) e nazionale (anzitutto tramite il coordinamento della rivista Giovani e comunità locali e l’evento annuale “Convivium”). Molte di queste attività sono svolte in collaborazione con la Cooperativa OrizzonteGiovani all’interno della quale ricopre il ruolo di responsabile dell’area ricerca e formazione.
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